Alma è nata la notte tra il 27 e il 28 dicembre 2007.
La mattina del 27 mi sono alzata e tempo di arrivare in
cucina ho sentito qualcosa di liquido sulle gambe. Sono andata in bagno
pensando “che strano, mi è uscita la pipì!” per scoprire subito dopo che si
trattava di un insieme di liquido e di sostanza mucosa tra il bianco e il rosa
… il tappo!!! “Che emozione, sta succedendo qualcosa, stiamo per incontrare il
nostro bambino …”.
Sono tornata a letto da Paolo che dormiva ma non riuscivo a
contenere l’emozione e la mia agitazione l’ha svegliato: “tutto bene amore?”.
“Si, ma è successa una cosa …” Lui si è alzato sul letto improvvisamente
sveglissimo e così è iniziata la giornata.
Abbiamo fatto “finta di niente”,
siamo andati a fare la spesa, abbiamo sistemato la casa e acceso il camino. Il
pomeriggio è passato lentamente e niente di nuovo sembrava succedere, a parte
piccoli doloretti ai reni e al basso ventre. Ogni tanto ci guardavamo senza
dire niente ma domandandoci tutto. Verso le dieci di sera,dopo aver cenato, ero
seduta davanti al fuoco e Paolo era in cucina quando ho sentito la prima fitta,
un dolore forte e penetrante ma della durata di qualche secondo. Poi di nuovo
la calma. Era strano ma invece di avere paura ero felice. Io e Paolo ci siamo
stretti le mani e ci guardavamo negli occhi increduli, curiosi e felici. Dopo
un po’ ne è arrivata un'altra poi una pausa poi un’altra …”Forse è ora di
chiamare l’ostetrica” . E così abbiamo fatto. Lei ci ha rassicurato e ha detto
che c’era tempo, sarebbe arrivata appena poteva ma non c’era fretta. Passata
neanche un’ora però le contrazioni sono diventate frequenti e più lunghe allora
l’abbiamo richiamata e dai miei vocalizzi ha capito di dover accelerare i tempi. Noi eravamo sereni e anche un po’
dispiaciuti di non poter restare in quella magica intimità, era un momento
indescrivibile, sembrava di entrare in un mondo incantato tenendoci per mano.
Verso le undici e mezza si sono rotte le acque e poco prima di mezzanotte sono
arrivate le ostetriche, presenze discrete e silenziose che non hanno in nessun
modo intaccato l’atmosfera ovattata della casa. Ivana mi ha visitato “Va tutto
benissimo hai già una dilatazione di tre cm”. Nel frattempo avevamo riempito di
acqua calda la vasca per il parto e dopo poco mi sono immersa cercando
sollievo. Ed è stato un grandissimo sollievo! Sembrava che il dolore fosse
quasi svanito. Così mi sono rincuorata ed ho recuperato forza e determinazione.
Le contrazioni continuavano sempre più forti e ravvicinate ma lasciavo andare
il corpo e l’acqua non faceva che accompagnare e massaggiare ogni parte di me.
Paolo mi accarezzava e mi era sempre vicino finché ad un certo punto non gli ho
chiesto di rimanermi vicino ma senza toccarmi perché ogni contatto mi dava
l’effetto di una scossa elettrica, ero così sconvolta dall’energia delle
contrazioni che non potevo accogliere nient’altro, nemmeno le carezze. Poi
ricordo di aver detto “no, così è troppo, non ce la faccio” l’ostetrica mi ha
guardato e con dolcezza mi ha detto:”si che ce la fai, se provi a toccarti con
le dita sono sicura che potrai sentire la testa” io ho pensato che lo dicesse
solo per incoraggiarmi, ero così in preda al dolore che quasi avevo dimenticato
a cosa era dovuto, mi sembrava impossibile che il nostro bambino stesse per uscire da me, che avessi fatto
già così tanto. Ma comunque ho provato e il contatto con quella peluria morbida
mi ha permesso di concentrare tutte le forze che non sapevo più di avere per
continuare ad aiutare quell’esserino minuscolo a portare a termine quel suo
primo grandissimo “lavoro”. Alle 3.07 del mattino Alma è uscita in tutto il suo
splendore lasciando tutti a bocca aperta perché non avevamo voluto sapere il
sesso ed eravamo tutti convinti che fosse un maschio! Così nel salone di casa
nostra, davanti al camino ci siamo abbracciati e abbiamo pianto di gioia
tenendola stretta per la prima volta. Dopo un po’ Paolo ha tagliato il cordone, siamo uscite
dalla vasca ed è iniziata la nostra meravigliosa vita in tre. E’ stato
bellissimo non doverci separare nemmeno per un momento, eravamo un cuore unico
che batteva in tre corpi. Impensabile allontanarci. Non abbiamo dormito né
quella notte né la successiva. Eravamo troppo felici.
Etichette: ascolto empatico, nascita, vivere felici