… dopo 15 mesi dall’indimenticabile notte in cui nacque
Alma, mentre eravamo in vacanza in Brasile con lei e un pancione di sette mesi
in cui nuotava la sua sorellina, abbiamo avuto la notizia che finalmente era
stata inaugurata la casa del parto di Ostia. Era una gran bella notizia!
Significava non doverci sobbarcare della spesa di un parto a casa (nel Lazio
ancora non esisteva il rimborso regionale per i parti a domicilio) senza dover
rinunciare alla nostra intimità né alla nostra ostetrica di fiducia (che nel
frattempo aveva iniziato a lavorare proprio lì!). Eravamo in lista ma avevamo
cinque persone prima di noi, così fino alle ultime settimane non abbiamo saputo
dove sarebbe nata la nostra bambina …
ma alla fine siamo stati proprio noi ad
“aprire le danze”. Wilma è stata la prima bambina a nascere ad Acqualuce,
l’otto giugno 2009, esattamente due mesi dopo l’inaugurazione ufficiale. La dpp
era fissata per sabato sei giugno ma lei se l’è presa un po’ comoda, al
contrario di Alma che aveva anticipato di 10 giorni. Il lunedì successivo alle
otto del mattino ero al Grassi per il primo monitoraggio, alla fine del quale
Ivana mi disse che non era il caso di tornare a casa perché dal tracciato
risultavano contrazioni frequenti e abbastanza regolari. Ero davvero stupita:
io non sentivo niente! Stavo benissimo e questo era davvero incoraggiante!
Paolo nel frattempo aveva accompagnato Alma a scuola ed era tornato. Abbiamo
portato la borsa nella nostra stanza e
abbiamo fatto una passeggiata nella pineta circostante, gironzolavamo increduli
nella casa e fuori, chiacchieravamo, ci godevamo quegli ultimi di quiete in attesa della “tempesta”. Il
tempo scorreva lento, si sentivano solo le nostre voci e il cinguettio degli
uccelli. Dopo un’ora o poco più è passata Ivana a vedere se avevamo bisogno di
lei, ma noi eravamo sereni e felici di stare un po’ da soli. Ogni tanto sentivo
qualche contrazione più forte, ma nessun dolore. Ero così sorpresa! Anche
perché l’utero si contraeva ma tutto il resto del corpo era così rilassato che
io ero insonnolita … Ogni tanto si affacciava Ivana, “Come stai?” “benissimo,
mi è persino venuto sonno!” e lei: “sono le endorfine che fanno il loro lavoro,
dormi se ne hai voglia!” . Così mi sono sdraiata un po’ e si è fatta quasi
l’ora di pranzo. Abbiamo riempito la vasca, le contrazioni erano sempre più
frequenti e continuavano ad essere indolore. Sono entrata in acqua e Paolo mi
accarezzava la schiena e mi teneva la mano. Ogni tanto piangevo di gioia … Era
tutto perfetto e sono certa che Wilma poteva nascere senza dolore ma poi sono
arrivate tre ostetriche che io non conoscevo. Mi era stato chiesto prima se
potevano entrare e io avevo acconsentito ma non potevo immaginare la mia
reazione … Ero nella vasca con gli occhi chiusi, sentivo solo il mio corpo che si
lasciava andare e le mani amorevoli di Paolo quando aprendo gli occhi mi sono
trovata davanti tre teste che fissavano la mia vagina. Ho richiuso gli occhi
spaventatissima e ho detto a Paolo “fai uscire tutti per favore!”. A
raccontarlo ora sembra assurdo anche a me ma da quel momento il travaglio si è
bloccato, le contrazioni riprendevano a tratti, erano dolorosissime e
soprattutto io sentivo con le dita che la testa era sempre nello stesso punto,
NON SCENDEVA! Il battito però era buono, Wilma stava bene e questo mi dava
sicurezza, prima o poi sarebbe uscita. Ricordo bene che avevo fame e ogni tanto
mi portavano qualcosa da mangiare, sono uscita dalla vasca ho provato ad
aggrapparmi a Paolo, poi alla corda, poi sono stata un po’ sullo sgabello, mi
sono sdraiata sulla palla, abbiamo provato a stimolare la situazione in mille
modi e posizioni. Iniziavo ad essere stanca e anche un po’ sfiduciata sono
rientrata in acqua in cerca di conforto poi al limite della sopportazione mi
sono guardata intorno e ho detto “Ci lasciate soli per favore?” E così per la
seconda volta ho cacciato via tutti, in realtà a questo punto c’erano solo le
“nostre” ostetriche e una nostra cara amica. Una volta soli ho chiesto a Paolo
cosa ne pensasse perché io cominciavo ad essere preoccupata e lui “Stai
tranquilla è tutto a posto, quando stava per uscire Alma mi hai gridato di non
toccarti e poco fa hai fatto la stessa cosa, vedrai che ci siamo!” “Ma stavolta
è diverso, non vuole uscire …” “Vedrai che tra poco esce”. Me lo ha detto
fissandomi negli occhi con uno sguardo che non dimenticherò mai. Subito dopo è
arrivata una contrazione potentissima e gli ho detto di darmi qualcosa da
mordere, mi ha passato qualcosa di stoffa giusto in tempo per la contrazione
successiva, ho stretto fortissimo i denti e appena passata ho gridato”chiama le
ostetriche sta uscendo!” Lui è uscito in corridoio e quando sono rientrati la
testa era già fuori, con l’arto annesso. Ivana mi ha detto “Se non esce con la
prossima spinta devi cambiare posizione e ti dobbiamo aiutare” .Io ero in
trans, ho detto solo “OK” e quando loro hanno iniziato a parlare (sottovoce)
per organizzare come fare io gli ho gridato contro”Statevi zitteeee!!!” E su
quest’urlo è uscita Wilma. Me l’hanno
messa in braccio e io ho chiesto scusa a tutte per aver urlato in quel modo,
loro si sono fatte una bella risata, ma io ero dispiaciuta davvero! Paolo
piangeva e mi abbracciava io ero di nuovo tutta energica e sono subito voluta
uscire dall’acqua. Mi sono seduta sullo sgabello con la piccola in braccio che
subito si è messa a ciucciare, e già sembrava lontano anni luce tutto il dolore
e lo sconforto di pochi minuti prima … ormai era ora di cena, abbiamo mangiato
un po’ di pizza e brindato con le ostetriche. Poi Paolo, dopo averci
abbracciato e baciato è andato a prendere Alma, sono tornati da noi e abbiamo dormito tutti
insieme nel lettone della casa del parto. Era di nuovo tutto perfetto.

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